martedì 23 giugno 2009
Il culto della Dea a Creta
LA CIVILTA’ MINOICA E’ LA CULLA DELLA CIVILTA’ EUROPEA.
E’ STATA SCOPERTA DALLE RICERCHE ARCHEOLOGICHE ALLA FINE DEL XIX SECOLO.
LE TESTIMONIANZE SU CRETA RISALGONO ALLE FONTI DEI POEMI OMERICI
SUBITO LA RICERCA HA AVVERTITO LA PRESENZA FEMMINILE E IL CULTO DELLA DEA MADRE
LE RICERCHE ARCHEOLOGICHE DI MARIJA GIMBUTAS INIZIATE NEGLI ANNI '80 HANNO APERTO LA VIA A UNO STUDIO CHE VEDE IL PESO DI QUESTE SCOPERTE
Chi è la Dea Madre e perché interessa alla storia?
I soggetti di questi affreschi in miniatura sono religiosi.
Le sacerdotesse sedute guardano la cerimonia e conversano: l’una con l’altra; in una posa di comunanza e reciprocità. Va confrontato con le tre Dame in blu. Nell’una e nell’altra raffigurazione le donne parlano fra loro.
Ambientati nella vita religiosa l’uno e nella vita sociale l’altro. Le dame sollecitano l’idea di un pubblico. Le sacerdotesse sono in attesa di qualcosa che dovrebbe avvenire. Come sottolineano i commenti: è l’epifania della Dea che attendono, rappresentata nella Regina ?
La regina è la dea dei serpenti, dei monti e della vegetazione. La ierofania, la rappresentazione della sacra dea è probabilmente anche raffigurazione di potenza regale, identificata dai simboli che la decorano e la accompagnano.
La dea madre è arrivata fino a noi attraverso statue piccole tanto che l’archeologia ha definito 'giapponesi del Mediterraneo' gli artisti cretesi.
E’ molto significativo che statuette del dio non esistano. Come se in carne ed ossa il potere sacro non avesse idola maschili.
La potenza della dea è nella fecondità della natura, in ogni donna. E questa potenza avvolgeva la regina. Signora su una popolazione che aveva mantenuto intatta la capacità e il simbolo della civiltà in mezzo a popolazioni che da essa avevano imparato. A navigare e commerciare, a costruire, a amare l’arte e coltivare la pace.
Marija Gimbutas ha visto la fondamentale caratteristica femminile della civiltà europea nella sua origine.
Non è stata l’unica. L’archeologa ha levato la storia della dea madre mediterranea alla banalizzazione delle cose scontate.
Lo studio della civiltà cretese è quindi necessità di cambiare il modo di pensare la storia e di interpretarla. La storia dell’occidente è tutt’altro che la catena di vittorie e sconfitte di popoli che il tempo trasmette attraverso i documenti storici. Oppure non è solo questo. E’ invece stata per Gijmbutas il risultato dello scambio fra i sessi e poi lotta contro i popoli che a queste culture, femminile e maschile, si ispirano. Interpretazione stimolante, oltre lo sguardo curioso e erudito delle manifestazioni di genere, capace di accogliere la ricerca storica rilanciando significati che dovrebbero interessare tutti, sia le donne che gli uomini.
(assaggio preso da http://www.donneconoscenzastorica.it/testi/creta/boscosacro.htm ** che consiglio vivamente di leggere!!)
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1 commento:
meraviglioso articolo!
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