giovedì 24 luglio 2008

chi era...Franco Gasparri

Premetto che a me, bimba di sette, otto anni, all'epoca non era certo raccomandato leggere i fotormanzi, ma cercavo, appena potevo, di leggerli di nascosto. Le belle fotografie, le didascalie semplici e il fascino del proibito, era "roba da grandi" mi invogliavano. Non mi ricordo quasi più niente di quelle storie patinate...Solo dei nomi mi sono rimasti impressi. Uno su tutti, un uomo che somigliava a mio padre da giovane... Gianfranco Gasparri noto come Franco (Senigallia, 31 ottobre 1948Roma, 28 marzo 1999) è stato un attore italiano. Nacque a Senigallia ma si trasferì dopo pochi anni con la sua famiglia a Roma. Ebbe grande popolarità come attore di fotoromanzi della Lancio negli anni 70. Interpretava ruoli di primo piano ottenendo ampi consensi nel pubblico femminile. Recitò anche nel cinema: ricordiamo la sua partecipazione al film del 1962 La furia di Ercole e le sue interpretazioni da protagonista nei film Mark il poliziotto (1975), Mark il poliziotto spara per primo (1975) e Mark colpisce ancora (1976), per la regia di Stelvio Massi. Tutti e tre i film ebbero eccezionali incassi al botteghino e si distinsero per essere fra i migliori del filone "poliziottesco" tanto in voga in quel periodo. Sempre nel 1975 interpreta La peccatrice, regia di Pier Ludovico Pavoni, e nel 1974 La preda, regia di Domenico Paolella, insiema all'attrice eritrea Zeudi Araya. Il 4 giugno 1980 ebbe un incidente con la sua motocicletta, in seguito al quale rimase paralizzato, interrompendo prematuramente la sua carriera d'attore. Morì diciannove anni dopo per un'improvvisa crisi respiratoria Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Franco_Gasparri"

il Fotoromanzo

Il fotoromanzo è un particolare tipo di fumetto in cui i disegni sono sostituiti da fotografie scattate ad attori su un set simile a quello cinematografico. Per questo spesso il fotoromanzo è paragonato a un film statico. Come forma narrativa il fotoromanzo discende dal feuilleton. Significa letteralmente "spazio in fondo alla pagina" (in gergo giornalistico taglio basso). Nasce in Francia il 1 luglio 1836 ed è una forma di romanzo popolare a puntate, creato appositamente per aumentare le vendite dei quotidiani. L'8 maggio 1947 esce il primo vero e proprio fotoromanzo, la testata si chiama "Il mio sogno" ed è il risultato dell'intraprendenza del giovane romano Stefano Reda, giornalista appassionato di letteratura, e della fiducia accordatagli da Giorgio Camis De Fonseca, socio di Rizzoli e dirigente della Editrice Novissima di Roma, che lo finanzia. Sulla rivista c'è scritto: "settimanale di romanzi d'amore a fotogrammi", ancora non appare la parola fotoromanzo. La rivista si compone di dodici pagine in bianco e nero e due puntate di fotoromanzi intervallati da racconti e rubriche, venduta al prezzo di 20 Lire. I soggetti sono dello stesso Stefano Reda e di Luciana Peverelli, scrittrice affermata di romanzi rosa. "Nel fondo del cuore" di Stefano Reda e "Menzogne d'amore" di Luciana Peverelli con protagonisti Glauco Selva e Resi Farrel sono i primi due fotoromanzi pubblicati. Pochi mesi dopo l'uscita del primo "Sogno", esce "Bolero", altra testata storica di fotoromanzi, da un'idea dello sceneggiatore di fumetti Luciano Pedrocchi che riesce a convincere Arnoldo Mondadori a fargli pubblicare la rivista. Dall'anno precedente, il 1946, era nelle edicole la rivista Grand Hotel, ma i suoi romanzi erano solo disegnati, non vi erano ancora le foto, poi si cominciò inserendo nelle vignette disegnate le fotografie dei volti, per poi arrivare alla sola fotografia. Siamo ancora nel dopoguerra ed il fotoromanzo insegna a leggere a molte ragazze italiane. Le eroine sono sempre povere e romantiche, ma coraggiose e decise, per regalare speranze e a volte illusioni a gente semplice che ha bisogno di sogni. Come riporta il libro "Le carte rosa" di Ermanno Detti, che prende in esame l'evoluzione del fotoromanzo nel linguaggio, nei contenuti e nell'immagine, la storia delle carte rosa non è tanto la storia di come eravamo o di come siamo, quanto di come sognavamo e di come sogniamo. Tuttavia le prime proposte di storie a fotogrammi non sono storie inedite, ma sequenze di immagini tratte da film con l'aggiunta di didascalie: "La principessa Sissi" con Romy Schneider, "Violenza sull'autostrada" con Luisa Ferida, "Eliana e gli uomini" con Ingrid Bergman sono alcuni dei titoli. Gli anni '60 vedono l'affermarsi della casa editrice Lancio, nata inizialmente come società di pubblicità nel 1936 per opera di Arturo Mercurio. È in questo periodo, però, che la Lancio inizia a occuparsi di fotoromanzi, con la nascita di numerose nuove testate prestigiose: Letizia, Charme, Marina, Jacques Douglas, Lucky Martin, ecc. La Lancio vola anche a Parigi e a New York per realizzare alcune delle sue più famose produzioni. È a questa casa editrice soprattutto che si deve la qualità di questo genere che ha appassionato milioni di lettori in tutto il mondo. I primi teatri di posa (niente a che vedere con quelli di oggi della Lancio), erano nel capannone di via Romanello da Forlì di Roma. Lì, con un compenso di cinquecento lire per comparsata, gli aspiranti attori sognavano una sfolgorante carriera come quella di Sofia Loren o di Gina Lollobrigida. Il primo numero è subito esaurito in edicola e per il secondo la tiratura viene raddoppiata. Si tratta ancora di storie semplici realizzate con una tecnica rozza. Nel 1976 la tiratura delle varie case editrici raggiungeva in Italia la quota di oltre otto milioni e seicentomila copie al mese, di cui cinque milioni vendute dalla sola Lancio. Nascono nuovi miti, le ragazze italiane appendono alle pareti le foto dei loro attori preferiti: Franco Gasparri, Jean Mary Carletto, Claudia Rivelli, Michela Roc e Katiuscia, Claudio De Renzi, Gianni Vannicola, Alex Damiani, Franco Dani, Sebastiano Somma sono i loro idoli e molte di loro fanno la fila fuori dai cancelli della Lancio per poterli vedere. Anche il cinema li corteggia e Franco Gasparri viene scelto dal regista Stelvio Massi per interpretare "Mark il poliziotto" (1975) proprio per l'enorme popolarità raggiunta dall'attore grazie ai fotoromanzi. La diffusione dei fotoromanzi inizia a scemare a partire dalle seconda metà degli anni '80, ma dopo quarant'anni di vita questo genere di lettura è riconosciuto ormai senza più i pregiudizi di un tempo come espressione della narrativa popolare, la cosiddetta letteratura rosa. Tra gli attori di fotoromanzi degli anni '80 ricordiamo: Franco Gasparri, Alessandro Inches, Michele Trentini, Franco Califano, Ornella Pacelli, Maurizio Vecchi, Gioia Scola, Barbara De Rossi, Laura Antonelli, Francesca Dellera,Luc Merenda, Kirk Morris, Ivan Rassimov, Renato Cestiè, Sebastiano Somma e Pascal Persiano Lo storico regista di Grand Hotel è da più di 20 anni Carlo Micolano che ha battezzato tutti i principali attori dal 1980 in poi. Tra gli attori protagonisti di fotoromanzi di Grand Hotel ricordiamo: Massimo Ciavarro, Ray Lovelock, Maurizio Merli, Philippe Leroy, Kabir Bedi, Alessio Boni, Mirka Viola, Fabio Fulco,Massimo Serato, Pascal Persiano, Maurizio Aiello, Sebastiano Somma, Patrizio Pelizzi, Roberto Farnesi, Serena Autieri, Barbara Chiappini, Valentina Pace e Enrico Mutti. Tra gli attori e le attrici che hanno partecipato a fotoromanzi per poi proseguire la loro carriera al cinema, a teatro e nelle fiction televisive: Vittorio Gassman, Sofia Loren, Giorgio Albertazzi, Silvana Pampanini, Alberto Lupo, Gina Lollobrigida, Silvana Mangano, Raf Vallone, Mita Medici, Achille Togliani, Mal, Mike Bongiorno, Franco Gasparri, Maurizio Merli, Luciano Francioli, Terence Hill, Massimo Serato, Sebastiano Somma, Renato Cestiè Pascal Persiano, Antonio Zequila, Kirk Morris, Sabrina Marano, Ivan Rassimov, Claudio Aliotti, Franco Califano, Laura Antonelli, Adriana Rame, Maurizio Vecchi, Barbara De Rossi, Gioia Scola, Claudia Rivelli, Paola Pitti, Piero Leri, Ornella Muti, Isabella Ferrari, Massimo Ciavarro, Gerardo Amato, Alessandro Piccinini, Mauro Franciotti, Anna Valle, Gabriel Garko, Barbara Chiappini, Luca Ward, Renata Jovine, Mirka Viola, Patrizia Pellegrino, Alba Parietti, Alessandra Cellini, Caterina Balivo, Alessio Boni, Patrizio Pelizzi, Roberto Farnesi, Victor Alfieri, Fabio Fulco, Vanessa Gallipoli, Tiziana Sensi, Donatella Salvatico, Simone Corrente, Riccardo Scamarcio, Hoara Berselli, Maurizio Aiello, Elisabetta Pellini, Mirco Petrini, Luca Calvan, Raffaello Balzo, Paolo Calissano, Simone Piccioni, Edoardo Velo, Max Parodi, Mariangela Fremura, Alberto Rossi, Ettore Bassi,Micaela Ramazzotti, Anna Safroncik, Edoardo Costa, Giovanna Rei, Ivan Venini, Danilo Brugia, Milena Miconi, Enrico Mutti, Serena Autieri, Manuela Arcuri, Brigitta Boccoli, Nina Soldano, Emanuela Morini,Hugo Barret, Alessia Merz, Simone Montedoro, Sonia Bruganelli, Paolo Persi, Cosima Coppola, Costantino Vitagliano, Samantha Capitoni.

sabato 19 luglio 2008

Inno a Iside

Rinvenuto a Nag Hammadi, Egitto; risalente al III-IV secolo a.C.: Perché io sono la prima e l’ ultima Io sono la venerata e la disprezzata, Io sono la prostituta e la santa, Io sono la sposa e la vergine, Io sono la madre e la figlia, Io sono le braccia di mia madre, Io sono la sterile, eppure sono numerosi i miei figli, Io sono la donna sposata e la nubile, Io sono Colei che dà alla luce e Colei che non ha mai partorito, Io sono la consolazione dei dolori del parto. Io sono la sposa e lo sposo, E fu il mio uomo che nutrì la mia fertilità, Io sono la Madre di mio padre, Io sono la sorella di mio marito, Ed egli è il mio figliolo respinto. Rispettatemi sempre,Poiché io sono la Scandalosa e la Magnifica.

la Dea Gatta: Bastet

Bastet era una divinita' rappresentata come una donna dalla testa di gatta. Con ogni probabilita' all'origine era una leonessa. Dea della citta' di Bubastis che da lei prese il nome. Fu onorata particolarmente dai sovrani della XXII dinastia e considerata talvolta come una forma poco caratterizzata di Hathor o di Sekmet, ma contrariamente a quest'ultima, che rappresentava i raggi del sole nella loro specificita' bruciante, Bastet avrebbe avrebbe i tratti di una dea benevola. Nell'epoca del sincretismo, momento religioso dominato dall'influenza del culto solare, Bastet fu assimilata anche alla "dea lontana". Racconta una leggenda che Bastet, morsa da uno scorpione, fu guarita da Ra. Uno dei culti piu' popolari sorto nel Tardo Periodo in Egitto era quello della dea-gatto Bast. In questo periodo migliaia di gatti sono stati mummificati per venderli ai pellegrini, che li hanno presentati alla dea come un'offerta. I corpi dei gatti venivano disidratati usando il Natron, questo processo era simile a quello usato per la mummificazione umana. Venivano poi avvolti in una bendatura, con le zampe parallele al corpo. Enormi cimiteri sono stati scoperti contenenti migliaia di queste sepolture gli animali. Il centro principale per il culto di Bast era la citta' di Tell Basta.

Bastet, la Dea dalle sembianze di gatta

Bastet Nella mitologia egizia, dea dell'amore e della fertilità, figlia di Ra, il dio Sole, venerata soprattutto nella città di Bubasti, (Per Bastet in egi ziano)nome con cui talvolta viene chiamata. Inizialmente rappresentata con sembianze di leone, con il Nuovo Regno venne raffigurata con testa di gatto, l'animale a lei sacro e, assieme alla dea Sachmet, associata alla grande divinità Hathor. Secondo una leggenda, Bastet viaggiò in Egitto in compagnia del dio lunare Thot, che la salvò dal serpente Caos (si pensava che Bastet proteggesse dai serpenti). Nelle Storie, lo storico greco Erodoto descrive la festa annuale dedicata alla dea, che a suo avviso corrispondeva alla dea greca Artemide; nelle vicinanze del suo tempio furono scoperti estesi cimiteri di gatti contenenti molti felini mummificati e statuette che li raffiguravano, forse consacrate a Bastet durante la festa.

lunedì 14 luglio 2008

Notte

Sono sola, tutto intorno a me è silenzio. Anche Horatio, il mio gatto, dorme beatamente, steso sul bordo del mio letto. Nella notte si ode solo il latrare fastidioso di un cane in lontananza. Sento che la mia vita sta cambiando e non voglio fermarla. Ogni vecchia convinzione si è come polverizzata. E' come se qualcosa o qualcuno m'avesse strappato via le erbacce, le idee radicate, le paure. Mi sento come se guardandomi dentro vedessi una nuda e liscia pietra bianca. Tutto intorno è stato pulito. Mi sento svuotata ma non è una sensazione di privazione, è qualcosa di pulito, di quieto. Forse tutto il dolore che c'è stato per arrivare sin qui è servito a questo. Mi sento come una tavoletta di cera sulla quale poter scrivere. Le parole sono dentro di me senza che ne sia davvero consapevole. Se ne stanno buone per un pò e poi esplodono in pensieri che affollano la mia mente e suonano come monete nuove, trillanti e acuti. Mi sembra di poter tornare da capo, poter di nuovo scrivere, ma con la consapevolezza acuta e lucida del dolore, di questo compagno che non mi lascia mai sola. A volte ho la netta percezione che questo mio essere sia rinchiuso in un corpo che è solo un involucro, che serve solo a contenere perchè non si disperda ciò che di me è essenziale. Eppure io sono anche questo mio corpo...Chissà, riflessioni nate dal silenzio che solitaria mi rende e inebriata di sonno, bisognosa di riposo come un bimbo del seno materno.
Neferkheperura-Waenra Amenhotep poi Neferkheperura-Waenra Akhenaton fu il decimo sovrano della XVIII dinastia egizia. Figlio di Amenhotep III e di Tyi questo sovrano è passato alla storia come il faraone eretico per il tentativo di sostituire, in conflitto con il potente clero tebano, il dio Amon con una nuova divinità, il dio Aton, nel ruolo di divinità protettrice della regalità. Fonti principali per la conoscenza di questo periodo sono: le Lettere di Amarna, la Stele della frontiera e l'Inno all'Aton, provenienti da Akhet-Aton; la Stele della restaurazione di Tutankhamon; il Testo dell'incoronazione e L'Editto di Haremhab. Di Akhenaton si conosce una sola Grande Sposa Reale: Nefertiti che ebbe anche grande importanza politica. Questo si dice sempre di Lui, che era eretico (ma quando mai, il culto di Aton esisteva già...) che era deforme, che era malato, che era una donna, che era omosessuale, che era impotente, che era un sognatore, che era un inetto come comandante di truppe, che era un sacerdote e non un re... Nessuno mai ha detto quanto era forte e bello e dolce e tenero e caro e inebriante e potente e fecondo e ridente e gioioso e pieno di vita...Perchè? Perchè non ha eretto templi? perchè non ha usurpato statue dei suoi predecessori? perchè non ha conquistato città e regioni? Lui è stato il più perfetto esempio di re e sacerdote mai esistito. Lui è il mio adorato faraone. Il mio. Posso ben dirlo. Lui ed io non siamo mai esistiti al di fuori del sogno. Ma quello è nostro. Chi può toglierci quei mattini all'alba, quei risvegli dopo notti stellate, quelle lunghe silenziose camminate mano nella mano, verso l'orizzonte di Aton? Chi mi toglierà il ricordo di occhi neri, di una bocca ridente come il sole, di una voce scura come la notte?

L'Egittologia, tra un sogno e un desiderio

"L'egittologia è la disciplina o meglio l'insieme di discipline (storia, archeologia, storia dell'arte, filologia) che studiano l'Egitto faraonico, una civiltà che si è estesa sul corso di vari millenni, tra il 3100 circa a.C. fino alla conquista del paese da parte di Alessandro Magno, nel 332 a.C., e che comprende, oltre alla regione strettamente egiziana, tra Assuan e il Mediterraneo, anche le regioni ai confini, la Nubia, il Sinai, i deserti orientale e occidentale. Anche i limiti cronologici possono venire allargati, nelle ricerche egittologiche più moderne, sia all'indietro occupandosi delle culture preistoriche, dal paleolitico al neolitico, e sia in avanti fino a tutto il periodo greco-romano e ancor oltre fino nell'era cristiana e islamica. " Ecco questa è la definizione della scienza che studia l'Egitto antico. Il mio più grande sogno sarebbe stato quello, essere egittologa. Più che sarebbe stato, è. Lo è ancora. Per sopraggiunti limiti di età non potrò più intraprendere questa carriera universitaria e poi sul campo. Ma non mi importa. L'Egitto antico è dentro di me, al di là delle scempiaggini sulla piramidologia e gli alieni e gli atlantidei. E' dentro di me da sempre, per quel che ne so. Ora magari penserete che stia per parlare di reincarnazione vero? No. Credo che abbiamo solo una vita, dobbiamo giocarcela bene qui e ora. Certo mi piacerebbe sapere il perchè di certi ricordi. Il perchè di certe sensazioni. Chissà...

Sonetto 116**W. Shakespeare

Non sia mai ch'io ponga impedimenti All'unione di due anime fedeli; Amore non è amore Se muta quando scopre un mutamento O tende a svanire quando l'altro s'allontana. Oh no! Amore è un faro sempre fisso Che sovrasta la tempesta e non vacilla mai; È la stella che guida di ogni barca, Il cui valore è sconosciuto, benché nota la distanza. Amore non è soggetto al Tempo, pur se rosee labbra E gote dovran cadere sotto la sua curva lama; Amore non muta in poche ore o settimane, Ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio; Se questo è un errore e mi sarà provato, Io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato.