venerdì 15 agosto 2008

Parto e maternità nell'Egitto Antico

Maternità e fertilità L’insegnamento di Ani (Nuovo Regno): «Prendi moglie mentre sei giovane,/che lei faccia un figlio per te;/Lei dovrebbe procreare per te mentre sei giovane./E’ giusto fare bambini./Felice è l’uomo i cui figli sono tanti,/Egli è rispettato per la sua progenie». Il più importante scopo del matrimonio era di far nascere dei figli e perpetuare la famiglia, come è probabile che l’infertilità fosse causa di divorzio, mentre una soluzione alla mancanza di prole era l’adozione. L’interruzione del ciclo mestruale era considerata un possibile segnale di concepimento, ma gli antichi egizi avevano anche sviluppato un numero di prove da realizzare per capire se una donna era incinta o meno. Questa sorta di “test di gravidanza” sono descritti in vari papiri magico-medicali, alcuni dei quali si occupano quasi esclusivamente di ginecologia, ostetricia e della cura del bambino (il che dimostra quanto la procreazione fosse importante nella società egizia). L’unica divinità femminile normalmente raffigurata incinta è Tauret, la protettrice delle donne gravide. Ha la forma di un ippopotamo con gli arti di un leone, la coda di coccodrillo e un seno umano piatto e cadente; sta ritta sulle zampe posteriori, e il suo ventre gonfio sporge in maniera evidente. Anche i geroglifici connessi al concepimento e alla gravidanza mostrano una donna gravida inginocchiata. Un certo numero di testi magico-medicali contengono sezioni sulle partorienti, con ricette o scongiuri sulla “separazione del bambino dal ventre della madre” oppure per accelerare la nascita nel caso di doglie prolungate. L’efficacia di questi scongiuri deriva spesso dall’identificazione della partoriente con la dea della fertilità, Hathor, o con la dea Iside, madre per eccellenza. Una madre poteva allattare il figlio per tre anni, un lungo periodo non raro in molte società perché riduce le possibilità e la frequenza delle gravidanze. Mentre la maggior parte delle donne allattava i propri figli, per i bambini reali e le mogli degli scriba esistevano le balie. Va da sé che le balie reali erano membri di famiglie di classe elevata, spesso mogli o madri di alti funzionari. La loro relazione con i figli del re dava grande prestigio alle loro famiglie, e aiutava i mariti o i figli nella carriera. I papiri magico-medicali contengono anche consigli per stimolare la produzione di latte ed esami per aiutare a capire se il latte fosse buono o cattivo. Il latte materno era considerato un ingrediente efficace per alcune ricette. In un papiro, ad esempio, si consiglia: «cime di papiro, grani di sepet, macinare finemente e mescolare con il latte di una madre che ha avuto un figlio maschio. Un hin [circa mezzo litro] di questo preparato è dato al bambino che trascorrerà un giorno e una notte in un sano sonno».

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